E’ difficile ordinare le idee inoltre è risaputo che sono disordinata.
Durante l’anno che ho vissuto in Bolivia mi sono innamorata tanto e tantissime volte:
quando bevevo la spremuta d’arancia fatta dalla donna che aveva il suo carrettino pieno d’arance
quando andavo al “mercado central” e mangiavo la sopa de manì
quando i bambini fremevano per giocare e mi dicevano “jugamos, jugamos”
quando arrivavano all’albergue e le ragazze mi salutavano con un “Buenos dias Doña Elisa”
quando il 15 maggio è arrivata Silvia e da allora abbiamo condiviso insieme la vita boliviana
quando il 29 giugno è arrivata Nadia, la mia amica del cuore
quando il 28 luglio ho riabbracciato mamma, papà, Vito e Grazia e li ho accolti in “tierra chapaca”
quando l’8 dicembre Matias mi ha raggiunto a Tarija, senza se e senza ma
quando sono andata a Tocaña, nella comunità afro-boliviana e ho vissuto 3 giorni con loro dormendo “en lo del pulga”
quando camminavo nella Isla del Sol dove non ci sono macchine ma solo natura e il cammino degli Inca
quando l’autobus si è rotto70 km da Potosì a 4000 m.s.m e abbiamo dovuto aspettare nel nulla per 14 ore, fu allora che una signora mi ha dato le foglie di coca per sopportare l’altitudine e l’attesa
quando abbracciavo le mie ragazze dell’albergue e mi sorridevano
quando le ragazze mi raccontavano le loro storie di vita e sofferenza
quando dimostravano che loro volevano farcela, volevano andare avanti
quando sono nat@ Abril e Luis Fernando e le loro madri hanno amat@ subito le/i loro figl@
quando accompompagnavo i bambini all’asilo
quando andavo con le ragazze nei “centri di salute”
quando le ragazze erano contente e ridevano
quando io ero contenta e ridevo con loro
quando Aldo ha citofonato a casa ed è stata il primo amico che ho avuto
quando ho consociuto los y las chpacas
quando oragnizzavamo la varie feste e “despedidas”
quando le chiacchierate con Silvia duravano ore senza accorgercene e senza guardare l’orologio
quando i viaggiatori passavano da casa e lasciavano commenti sul nostro ibro degli ospiti
quando mi sentivo a casa…quando ho capito che la Bolivia era casa
Mi sono innamorata quando il 1 febbraio sono tornata in Italia ed ho abbracciato mia madre, mio padre e mia sorella
quando a Bologna ho riabbracciato il mio fratellino
quando il 9 marzo ho riabbracciato Oma e Opa
quando ho riabbarcciato gli/le amici/he
Sono innamorata della vita e del mondo…continuerò ad innamorarmi il 21 aprile quando metterò piede in terra argentina.
A questa splendide ,toccanti dichiarazioni non posso che aderire e rispondere
con sentito,traboccante affetto da una parte .Dall’altra desidero inserirmi nel merito dell’operazione che Elisa compie , cercando di fare un bilancio sintetico ma anche incisivo di un anno vissuto in America latina , in Bolivia e a Tarija in particolare. Quello che mi colpisce tanto è la voglia di fare non solo una verifica quantativa sui luoghi, paesaggi,sensazioni ,emozioni,tradizioni,costumi ma nche sulla qualità ed intensità degli incontri realizzati , che come le relazioni costruite sfociano in innamoramenti ed amori. Ed è proprio vero che questi incontri danno un senso e un significato alla nostra vita.Ecco perchè l’appello di Elisa ad innamorarsi della VITA, con tutto quello che ne consegue ,in termini di rischi ed opportunità, è salutare e benefico!
Continua ad innamorarti della vita e a far innamorare gli altri.
Il tuo calore, il tuo mostrarti anche nei momenti di fragilita’apre il cuore ed emoziona.
Grazie!
To voglio bene…!