Skip to content

Categories:

Chi sono…

Mucho gusto, mi nombre es Elisa. Empezè una experiencia de servicio civil en Bolivia. Voy a trabajar en una asociaciòn de genero “mujeres en acciòn” de Tarija. La organisaciòn Italiana que me acompaña en ese camino es Aspem, que tambien tiene oficinas en Perù y Bolivia con trabajadores locales.
Me gustaria compartir con ustedes esa experiencia, porque´ sin los otros no seria yo¡

Piacere, mi chiamo Elisa. Da poco è iniziato il mio anno di servizio civile in Bolivia. Collaborerò con una associazione di genere “mujeres en accion” presente a Tarija. l’organizzazione italiana che mi accompagna in questo cammino è Aspem, che ha sedi in Perù e Bolivia con operatori locali.
Vorrei condividere questa esperienza anche con voi, perchè senza gli altri non sarei IO!

Posted in General.

Tagged with .


La Paz (za)!

Sono da tre giorni a La Paz!!!
Dopo alcuni giorni di formazione a Lima e dopo aver salutato i miei compagn@ di servizio civile che si fermano in Perù (Lima, Arequipa, Abancay, Ica, Cajamarca), parto alla volta della Bolivia.
La modernita’ e l’occidentalita’ dell’aeroporto di Lima mi tornano in mente quando arrivo in quello di la Paz. Un aeroporto piccolo, semplice,non frenetico e dove non ci sono asssolutamente i 1.000 locali commerciali, bar, restauranti presenti negli aeroporti dove sono abituata ad “atterrare”.
Sono arrivata in BOLIVIA!
Incontro subito Maria Rene’ la responsabile Aspem in Bolivia. E’ una donna sorridente ed energica, che sto imparando a conoscere. Mi trovo bene con lei, si è subito instaurato un rapporto orizzontale e diretto. E’ accompagnata da una bellissima donna boliviana, con un vestito colorato e un mantello lungo per coprirsi dal freddo. Di donne così ne sto incontrando tante e mi trasmettono una fierezza e un portamento ammirabile.
E’ stato emozionante durante il tragitto in taxi, vedere la Paz dall’alto. Infatti. l’aeroporto è a 4000 metri di altezza, e bisogna scendere un po’ per arrivare nel centro. Vedo tanti punti colorati circolari che si avvicinano man mano che scendiamo. Stupendo!
La mia città di destinazione è Tarija. In questo splendente capuologo del dipartimento omonimo, svolgerò il mio progetto di servizio civile in un’associazione di donne “mujeres en accion”.
Prima di raggiungerla dovrò rimanere a La Paz fino a quando non avrò risolto le faccende burocratiche legate al visto. Oggi, accompagnata da Maria Renè, sono andata al ministerio de las relaciones exteriores: al massimo tra una quindicina di giorni dovrei avere il visto e quindi partire alla volta di Tarija, la città dove non vedo l’ora di arrivare!
I miei giorni a La Paz sono contradistinti da sentimenti ed emozioni alterne.
Prima di tutto, ho avvertito molto il distacco dai miei compagni Aspem che ho lasciato in Perù e solo una volta arrivata in Bolivia, ho realizzato che stavo iniziando la mia esperienza, da “soltera”. Avremmo dovuto essere due le “boliviane”, ma l’altra ragazza ha rinunciato. Il mio essere sola, in realtà è proficuo: leggo e scrivo!
Inoltre, come è normale che sia, mi sento un pò disorientata. Ma ho una gran voglia di conoscere questo Paese, e rimanere a La Paz un pò più del previsto, mi darà la possibilità di approfittare dai tantissimi spunti che questa città offre.
Non ho ancora gli strumenti per fare un’analisi della società Boliviana, posso però rendervi partecipi (mi viene da sorridere, chissà chi leggerà questo mini diario di viaggio!) delle mie sensazioni e impressioni:
la concezione del tempo! Sono abituata a chiedere l’ora e a pretendere un orario preciso in cui incontarsi, anche se in realtà sono una ritardataria anch’io! Qui ho l’impressione che ci sia un orario preciso, perchè il tempo c’è, basta non dargli troppa importanza!
il lavoro visibile: la strada è piena di venditrici, sono soprattutto donne indigene, coloro che hanno dei piccolissimi chioschetti per strada e vendono oltre che alimenti anche borse colorate, cappelli, maglioni. Dall’altro lato della strada gli uomini lustrano le scarpe, molti di loro con il volto coperto perchè non vogliono essere riconosciuti, provano vergogna. La maggior parte degli uomini guidano i microbus, mentre le donne gridano la direzione dove sono diretti, per poi avvisare l’autista quando ci sono dei passeggeri che vogliono salire. Non ho ancora visto fermate di autobus!
l’importanza della foglia di coca. La foglia di coca ha origini antichissime nella cultura andina. Oltre ad essere un medium con la pachamama, è importante per sopportare l’altitudine, per poter lavorare maggioramente e sentire meno il peso del lavoro, oltre che per anestetizzare e curare alcune malattie. E’ normale che ti offrano un mate di coca, che oltre ad essere buono, è efficace. Oggi sono andata al museo della coca! Ne sono uscita pensierosa e arrabbiata. Perchè ancora una volta è chiaro quanto la colonizzazione sia stata distruttirice di culture e tradizioni. I masticatori di coca erano il diavolo, così come al tempo dell’inquisizione lo erano streghe! La coca è diventata cocaina grazie all’incontro con il bianco colonizzatore, lo stesso che la bandisce!

Ci sono ancora tantissime altre cose da scoprire e da conoscere…però Elisa calmati, fai un passo alla volta.

Buenas noches La Paz!

Posted in General.


Lima ” la ciudad que habla”!

Ci sono…
il mio primo post su questo blog partirà dall’inzio del mio viaggio.
Esattamente una settimana fa mi trovavo a Lima per il corso di formazione del servizio civile.
Cos’è il servizio civile? ottima domanda! Ne riparliamo tra un anno, che ve ne pare?
Per ora vi dico quello che sento: sento di avere l’opportunità di vivere un anno della mia vita in Bolivia, riscoprendo me stessa ma soprattutto imparando da tutte e tutti coloro che incontrerò sulla mia strada!
Per affrontare con degli strumenti adeguati questa esperienza, io e i miei 19 “compagn@ di servizo – ASPEM” insieme ad alri giovani servizio civilisti, abbiamo seguito una formazione in Italia e a Lima. Sono state dette cose che mi hanno smosso, che mi hanno commossa, che mi hanno irrigidita, che mi hanno motivata…vorrei riassumere quelle che mi sono rimaste più impresse e che ho portato con me sotto forma di ricetta:
– l’umiltà e l’adattabilità sono gli ingredienti principali;
– conditi con un pizzico di intraprendenza e creatività;
– senza mai dimenticare lo spirito critico e la trasparenza nelle relazioni e nelle comunicazioni:
– per mescolare gli ingredienti è necessario essere proiettati verso il nuovo, ma attenzione non si può prescindere dalle origini!
La cottura è a fuoco lentissimo (si rischia di bruciarsi), ogni tanto bisogna dare un’occhiata allo sformato di verdure e se necessario, si può aggiungere qualche ingrediente che si è trovato strada facendo e che prima non si conosceva.
Il risultato sarà un anno di servizio civile al contempo dolce e piccante, perchè non esiste l’uno senza l’altro!

Posted in General.


C’è tanto da imparare da Abuela Grillo

Posted in General.