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Essere madri a 12 anni

Oggi ho vissuto la giornata più dura da quando sono in Bolivia.

Uno dei due progetti con i quali lavoro all’interno del mio servizio civile, gestisce un albergue: la casa delle adolescenti vittime di vilenza sessuale. Oggi vi sono stata…
Le ragazze vivono in una struttura gestita da un team di Mujeres en Accion, la ong boliviana dove presto il mio servizio. Nella struttura lavorano educatrici che in maniera alternata vi rimangono 24 ore su 24, una psicologa e un’assistente sociale.

Su otto ragazze sei sono già madri. La più grande ha partorito a 16 anni e la più piccola a 12. Hanno dovuto rinunciare al loro essere bambine per essere costrette a conoscere troppo prematuramente il sesso. Un sesso violento, commesso da chi si considerava parte della famiglia: che si il patrigno, lo zio, poco importa. Molte sono state rinnegate dalla loro famiglia e per vergogna hanno subito per tanto tempo, prima che l’essere incinta le catapultasse in un’altra dimensione.
Oggi una ragazza di 16 anni, appena tornata dal lavoro, mentre cuciva un pantalone, andava di fretta perchè doveva recuperare il figlio dall’asilo nido, per poi scappare alla scuola serale. Mi ha detto: “quanto è difficile essere madri”!.
Mi si è stretto il cuore. Se ripenso ai miei 16 anni, mi viene in mente un periodo spensierato, con i classici problemi adolescenziali e senza nemmeno immaginare cosa potessere comportare la maternità.

Diana (è un nome di fantasia) invece, è già grande. E’ dovuta maturare troppo velocemente.

Sono furiosa contro gli uomini che cosiderano le donne/bambine come oggetti sessuali, come se fossero delle cose inutili, usa e getta. Come se non avessero diritto alla vita, al gioco, alla felicità.
Sono furiosa contro l’impunità di queste persone.
Sono furiosa contro chi pensa che queste bambine se la siano cercata, che siano responsabili di quello che hanno subito.
Sono fuoriosa perchè la violenza è presente in tutto il mondo…perchè ci sono bambine boliviane, peruviane, argentine, italiane, palestinesi, egiziane, siriane etc. che subiscono violenze: sessuali, psicologcihe, fisiche, morali. Perchè il patriarcato prescinde dallo stutus sociale, dall’età, dalla geografia, dal livello di istruzione.

Queste ragazze hanno una forza incredibile. Stanno provando a costruirsi un altro tipo di vita: lavorano per mettere da parte qualche soldo per poter in futuro affittare una stanza per loro e i/le loro figl@, pagare gli studi e pagarsi il vitto.

Nonostante questo, restano della madri,sole, a soli 16 anni!

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2 Responses

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  1. Francesca Rotondo says

    ooops ,piccolo errore di battitura. Quart’ultima riga: *hai

  2. Francesca Rotondo says

    Cara Elisa,
    ho letto con piacere e trasporto tutte le attività che stai svolgendo in Bolivia. Sei una ragazza davvero ammirevole, per il lavoro che svolgi e soprattutto per la passione con cui lo fai e che traspare da ogni riga da te scritta. L’articolo sulle ragazze divenute madri a causa di violenze mi ha colpito più degli altri. Forse perché, essendo un’adolescente come loro, posso immaginare , anche se solo lontanamente, come queste giovani donne si sentano. Non deve essere facile per te stare a contatto con ragazze immerse in questa dura realtà, che ferisce anche chi non ne è direttamente coinvolto. Sicuramente possiedi una forza d’animo e un’energia tali che ti consentono di sostenere ed affrontare situazioni del genere. Non è sicuramente da tutti! Spero che queste ragazze riescano in qualche modo a superare il trauma che le ha ingiustamente colpite e che tu possa essere per loro un punto di riferimento importante. Mi sembra inutile descriverti lo sdegno, il ribrezzo e la rabbia che, esattamente come tu hai chiaramente descritto, mi colpiscono nel sentire che delle bambine sono state costrette a diventare donne all’improvviso soltanto a causa delle squallide azioni altrui. E su questo argomento preferisco non dilungarmi né tantomeno affrontarlo, perché ci sarebbero così tante cose da dire che sprecherei il foglio, e non voglio dare importanza a persone che meritano la prigione a vita se non peggio.
    “Queste ragazze hanno una forza incredibile”. Questa è stata la frase con cui le ai mirabilmente qualificate. Mi fa tanto piacere sentirlo. Spero che la forza di queste giovani non si esaurisca mai e che riescano a crearsi un futuro solido che permetta loro di essere soggetti della vita e MAI PIU’ oggetti .